Comitato Scientifico

Federico Schena – Responsabile scientifico 
Professore Ordinario di Metodi e didattiche delle attività motorie e sportive, dipartimanto di Neuroscienze, Biomedicina e Movimento, Università di Verona
L’espressione “Pause Attive” è un ossimoro: unisce infatti due parole dal significato antitetico. Si tratta di un paradosso in senso etimologico, in quanto è in contrasto con l’opinione e il senso comune. I concetti paradossali hanno la forza di creare sempre qualcosa di inaspettato e sorprendente; provocando sconcerto, attirano l’attenzione e inducono a pensare in modo altro. Proprio per la loro capacità di generare senso nuovo, i paradossi invitano a riflettere in modo inedito e portano a scoprire originali pratiche. La contraddizione è quindi solo apparente. Occorre cambiare visione e prospettiva: vedere la pausa come una opportunità di movimento. Non solo la pausa propriamente dedicata al momento ricreativo, ma anche le altre pause: quelle tra una lezione e l’altra e quelle all’interno di ogni ora di lezione. Le nuove modalità didattiche prevedono un nuovo approccio ai momenti di pausa che scandiscono il tempo della scola e della vita quotidiana. Si tratta di attivtà indoor diversificate e di felice attuazione, condotte negli spazi interni delle aule e delle cose.

Luciano Bertinato – Responsabile metodologico-didattico 
Ricercatore di Tecniche e metodi delle attività motorie e sportive, dipartimento di Neuroscienze, Biomedicina e Movimento, Università di Verona

I valori di condivisione, consapevolezza, educazione tra pari ed esperienze didattiche ludico motorie propri delle Pause Attive, possono portare a un sensibile miglioramento nelle relazioni in aula e nell’ambiente familiare. La teoria cognitiva sull’apprendimento, accettata a livello scientifico, si basa sul presupposto che il cervello controlli tutti i progetti, i programmi di azione, le esperienze e i pensieri dell’individuo. La teoria dell’apprendimento ecologico si affianca a questa teoria, senza sostituirla, ma individua una forte connessione tra percezione, cognizione/azione e ambiente. La persona, in ogni suo atto e pensiero, mette in campo le proprie esperienze pregresse di apprendimento/azione e ambiente. La persona, in ogni suo atto e pensiero, mette in campo le proprie esperienze pregresse di apprendimento ed è chiamata a rispondere alle richieste di soluzione dei problemi provenienti da sé stessa (impulsi ad agire, pensare, provare piacere e soddisfare bisogni, ecc.) e dall’esterno (richieste di familiari, insegnati, compagni e situazioni contingenti a casa, a scuola, nello sport, nel gioco, ecc.).

Francesca Vitali
Professore Aggregato di psicometria e psicologia dello sport, dipartimento di Neuroscienze, Biomedicina e Movimento, Università di Verona

I benefici di uno stile di vita attivo per i più giovani non si limitano alla salute fisica, ma sono evidenti anche sul piano della salute psicosociale. L’attività fisica regolare migliora la stima di sé, l’umore, il divertimento collegato al piacere di muoversi ed è una grande opportunità per stringere nuove amicizie e migliorare le proprie abilità. Le Pause Attive offrono esperienze motorie divertenti e migliorano la percezione di autoefficacia (ovvero, che cosa i bambini reputano di poter fare dal punto di vista motorio). Ciò vale per tutti, nessuno escluso: se l’attività fisica è appropriata e adattata, grazie a un approccio didattico fondato sull’inclusione e sulla valorizzazione delle differenze di ognuno per favorire l’apprendimento reciproco, tutti i bambini potranno beneficiare degli effetti positivi delle Pause Attive, anche quelli con bisogni speciali e disabilità. 

Valentina Biino
Docente a contratto di attività motorie per l’età evolutiva, dipartimento di Neuroscienze, Biomedicina e Movimento, Università di Verona

Esprimere informazioni attraverso i gesti è uno specifico tipo di esperienza senso-motoria che si è dimostrata efficace per l’apprendimento dei bambini in diversi settori, come la matematica, la scienza e la lingua. C’è interrelazione tra i processi cognitivi e quelli motori. Per esempio, durante attività come la comprensione del testo, l’aritmetica e il ragionamento, sono richieste informazioni in sequenza. Allo stesso modo, l’esecuzione di sequenze motorie (come nel celebre gioco un, due, tre… stella) richiede la necessità di ricordare un movimento associato a uno specifico elemento.

Donatella Donati
Docente a contratto di attività fisiche adattate, dipartimento di Neuroscienze, Biomedicina e Movimento, Università di Verona

L’inserimento in classe richiede di affrontare sistemi relazionali molteplici e diversi quali quelli scambiati spontaneamente con i compagni, e quelli trasmessi formalmente dagli insegnanti . È un’esperienza complessa per tutti gli alunni, non solo per quelli con disabilità, e necessita di una relazione significativa che, per divenire tale, deve utilizzare la comunicazione all’interno del gruppo classe che può nascere ed attuarsi attraverso codici diversi, anche non verbali. “Pause Attive”, centrato nella dimensione concreta e immediata dell’azione, aiuta a far nascere il piacere: di esserci, di agire e, soprattutto, di venire riconosciuto dagli altri. Sentimenti ed emozioni che consentono di sentirsi elemento di un gruppo e non unità in un insieme. Aiuta a soddisfare due bisogni che sono alla base dell’inclusione: sentirsi considerato e trattato in modo conforme alle regole che valgono per l’intero gruppo a cui si sente di appartenere e, contemporaneamente: sentirsi soggetto unico, diverso dagli altri perché dotato di caratteristiche proprie. Se pensiamo alla salute come a quel “ben-essere” fatto di stili di vita sani e il più possibile attivi, di un buon rapporto con se stessi, con gli altri e con l’ambiente, si comprende l’importanza di “Pause Attive” che, oltre a promuovere occasioni gratificanti ed efficaci di attività fisica e ludico-motoria con i compagni, consente ai familiari dei bambini con disabilità di poterla replicare anche a casa.

Dino Mascalzoni
Docente a contratto di Gioco ed Educazione Motoria, dipartimento di Neuroscienze, Biomedicina e Movimento, Università di Verona

Il movimento è una tra le più importanti funzioni organiche dell’uomo. La vita dell’uomo si manifesta attraverso il movimento non solo quando ci spostiamo nello spazio (camminiamo, andiamo in bicicletta, corriamo ecc.), ma anche quando provvediamo ai nostri bisogni essenziali come mangiare, bere, andare in bagno. Anche nel sonno il nostro battito cardiaco e i nostri atti respiratori non conoscono interruzioni. Anche quando siamo ‘fermi’ in stazione eretta o seduti lo posiamo fare grazie a contrazioni statiche di alcuni nostri distretti muscolari che, per consentirci di mantenere quella posizione, esprimono una tensione sufficiente per opporsi alla forza di gravità. Il benessere e la qualità della vita dell’uomo dipendono da diversi fattori e la corretta gestione delle attività di movimento è uno di questi, in quanto il nostro corpo è fatto per muoversi.